Giannino e la pietra nella minestra
Questo spettacolo nasce dalla voglia di mettermi in gioco e confrontarmi in scena con Beppe Rizzo, narratore e musicista che stimo e apprezzo.
È un divertissement, un fare teatro con leggerezza giocando con parole, corpo, voce e musica.
Ringrazio Beppe per aver accettato questa scommessa.Guido Castiglia
Due narratori e una fisarmonica raccontano la storia di Giannino, bambino nato in città e poco avvezzo alla vita agreste con mille sorprese.
Abituato ad essere circondato da giochi elettronici, TV, computer e play station, le vacanze in campagna dai nonni, che tanto aveva sospirato, si rivelano presto un avventura difficile da superare.
Senza televisione ma con la voce del nonno che racconta, senza merendine confezionate ma con i frutti dell’orto, senza film terrificanti ma con uno spaventapasseri extraterrestre e una nonna che cucina minestre di verdura con i sassi… sembra davvero difficile vivere.
Lo spettacolo narra, con la complicità della musica e del gioco in scena, la storia di un cambiamento, la scoperta di un mondo reale che rivela, agli occhi di un bambino, la bellezza dell’affetto e… la bontà di un minestrone cucinato con una pietra veramente magica.
Trama
Due narratori e una fisarmonica raccontano la storia di Giannino, bambino nato in città e poco avvezzo alla vita agreste con mille sorprese. Abituato ad essere circondato da giochi elettronici, TV, computer e play station, le vacanze in campagna dai nonni, che tanto aveva sospirato, si rivelano presto un’avventura difficile da superare. Senza televisione ma con la voce del nonno che racconta, senza merendine confezionate ma con i frutti dell’orto, senza film terrificanti ma con uno spaventapasseri extraterrestre e una nonna che cucina minestre di verdura con i sassi … sembra davvero difficile vivere.
Lo spettacolo narra, con la complicità della musica e del gioco in scena, la storia di un cambiamento, la scoperta di un mondo reale che rivela, agli occhi di un bambino, la bellezza dell’affetto e … la bontà di un minestrone cucinato con una pietra veramente magica.
Temi prevalenti
Lo spettacolo è la riscrittura scenica dell’omonimo racconto tratto dal libro “Mi mangio una storia – dodici racconti intorno al cibo” (vedi riferimenti al fondo della scheda).
I temi affrontati, in una dimensione giocosa e paradossale dallo spettacolo, sono sostanzialmente due: a) la scoperta, da parte di un bambino soggetto all’influenza del marketing televisivo e assuefatto ai prodotti confezionati, della genuinità dei frutti dell’orto che i nonni curano amorevolmente; b) l’incontro tra due mondi: quello tecnologizzato della contemporaneità, rappresentato dalla figura del protagonista restio ai tempi della vita di campagna, e quello concreto della vita agreste, rappresentato dai nonni che, con grande ironia, stratagemmi divertenti e paradossali accompagnano il nipotino alla conoscenza di ritmi diversi e più avventurosi.
“Giannino e la pietra nella minestra” è uno spettacolo dalla forte impronta positiva ed educativa, nel quale si racconta di una trasformazione e di una presa di coscienza importante, resa possibile dall’incontro e dall’esperienza concreta con la natura, dove la campagna dei nonni diventa il luogo dell’iniziazione e lo scontro/incontro con essi, l’occasione per conquistare uno sguardo più sereno sulle cose del mondo.
Tecniche e linguaggi teatrali utilizzati
I punti di riferimento verso i quali guarda stilisticamente la scrittura e la messa in scena di “Giannino e la pietra nella minestra” sono l’immaginario surreale e paradossale delle opere di Roald Dahl e la musicalità teatrale e popolare di Kurt Weill. Le tecniche che esprimono in scena la scelta drammaturgica dello spettacolo sono quindi fondate sul lavoro d’attore e sulla presenza in scena di un musicista/attore che accompagna la narrazione.
La parte musicale dello spettacolo è portatrice di una scelta peculiare, ovvero i testi delle canzoni sono stati scritti dall’autore come parte integrante del testo narrativo e non come effetto musicale aggiunto, una scelta che trasforma le canzoni in una continuazione e specificazione ideale della trama raccontata, come se fossero parentesi in grado di “cristallizzare” musicalmente gli stati emotivi del personaggio.
Il lavoro d’attore e il lavoro musicale sono orientati verso una armonizzazione narrativa composta da una “partitura teatrale” i cui elementi sono: la parola, il gesto e l’azione scenica, la musica, la storia, la trama e il canto in un equilibrio che, pensiamo, possa offrire allo spettacolo una sua peculiare “unità drammaturgica”.
Metodo di lavoro
Come è tradizione nel lavoro della nostra compagnia, anche questo testo teatrale è nato dall’incontro e confronto diretto con il pubblico al quale ci si vuole rivolgere, in questo caso i bambini della scuola primaria. Il percorso che ha portato alla realizzazione dello spettacolo “Giannino e la pietra nella minestra” ha visto cinque fasi distinte: 1°) la lettura, nelle classi della scuola primaria, del racconto pubblicato nel libro “Mi mangio una storia, dodici racconti intorno al cibo” con lo scopo di coglierne le diverse reazioni e individuare le parti più idonee ad essere modificate per la teatralizzazione; 2°) un breve periodo di elaborazione degli stimoli da parte dei bambini e la produzione di materiali utili alla riscrittura del testo letto in classe; 3°) la raccolta dei materiali e degli stimoli prodotti dai bambini e la riscrittura drammaturgica; 4°) il confronto del nuovo testo con i bambini; 5°) l’allestimento scenico della rappresentazione teatrale e il costante confronto con un gruppo di quaranta bambini che hanno accompagnato la messa in scena.
Il Libro
“Mi mangio una storia – dodici racconti intorno al cibo” di Guido Castiglia, Ed. Fondazione Alberto Colonnetti, collana Piccoli lettori crescono.
http://www.colonnetti.it/index.php?it/100/piccoli-lettori-crescono – info@colonnetti.it
In Teatro
spazio scenico: minimo 6 x 4
quadratura nera: fondale e quinte a taglio
presa elettrica CEE: 16 o 32 o 63 Ampere – 380+neutro per strumentazione illuminotecnica
Una presa 220 per la fonica.
Carico elettrico: 12 KW
Materiale certificato in uso alla compagnia:
- impianto d’illuminotecnica con 8/10 fari da 1000 W a seconda
dell’ampiezza dei teatri. - 2 casse acustiche.
- lettore CD.
- impianto fonico compreso di microfono a capsula.
In luoghi non teatrali
Lo spettacolo è rappresentabile anche in luoghi non teatrali alle seguenti condizioni:
spazio scenico: minimo 6×4
presa elettrica: è sufficiente una presa 220 W in prossimità dello spazio scenico per alimentare l’impianto fonico
Carico elettrico: è sufficiente un carico di 3 KW.
Oscurabilità: nel caso il luogo non fosse oscurabile lo spettacolo, pur inficiandone l’efficacia visiva, può essere rappresentato egualmente.