di Guido Castiglia
Ed. Fondazione Alberto Colonnetti
Questi scritti scaturiscono da un percorso maturato in anni di lavoro con i bambini.
“Il tappeto magico” racchiude, in una sintesi semplice e chiara, le azioni e le motivazioni di un lavoro sostenuto dalle regole rappresentative del gioco teatrale.
Questo breve viaggio evidenzia come l’utilizzo dello strumento teatro possa divenire parte integrante del percorso educativo, assumendo la qualità di veicolo ludico strutturato, orientato allo sviluppo delle capacità cognitive e comunicative del bambino.
Il percorso descritto è stato realizzato nella scuola per l’infanzia con gruppi classe di bambini dell’età di quattro anni. Le insegnanti hanno contribuito, con attente osservazioni e lavori di verifica, a chiarirne le dinamiche e a definirne i riscontri pedagogici e didattici.
Tra i molti generi teatrali, dal teatro di prosa al cabaret, al teatro danza, il teatro che si rivolge ai ragazzi è l’unico a designare non un modo specifico di fare teatro, ma il pubblico al quale si rivolge.
Ciò significa che il teatro-ragazzi necessita della relazione con il suo pubblico (nelle diverse differenziazioni di fasce d’età) e da esso trae stimolo, allo scopo di indirizzare e modificare, attraverso lo scambio e il riconoscimento reciproco delle peculiari poetiche, la struttura della propria drammaturgia.
Una relazione che non avviene solamente nella ritualità della rappresentazione, ma si configura nel percorso creativo, nell’attenzione degli attori, dei registi e dei drammaturghi verso il mondo infantile e le sue problematiche, con uno sguardo alle sue metamorfosi in relazione alle epoche e agli stili di vita sociale.
Chi opera nel teatro ragazzi, chi più chi meno, deve avere un’aspirazione pedagogica, da mettere alla prova offrendo ai ragazzi la propria poetica adulta e accogliendo, nella massima disponibilità, la poetica latente, fantastica, surreale e assurda, ma saldamente logica, dell’infanzia.
Lavorare con l’infanzia è un costante incontro-scambio, un dono reciproco, che può avvenire solamente con un’assidua frequentazione; non esiste un teatro ragazzi avulso dall’interesse specifico per il suo pubblico.
“Il Tappeto Magico” è quindi divenuto un percorso base, sul quale lavorare una sintesi teatrale che parte da un’idea semplice: un’attrice e il suo tappeto, la sua storia e la sua fantasia.
Lo spettacolo, come da percorso didattico, è a pianta centrale e ha preso il titolo di “La storia di Lisetta”; prodotto dalla compagnia Nonsoloteatro.
Le singole tappe del percorso didattico si trasformano in azioni teatrali nelle quali l’attrice ripercorre le diverse fasi descritte: il rapporto con ogni bambino presente, la scoperta del tappeto, il dentro e il fuori, il gioco delle cose pensate (il tappeto come territorio teatrale), il tappeto che contiene storie, il gioco del racconto.
Una rappresentazione teatrale che nasce dall’osservazione accurata sul campo, dal confronto con insegnanti e bambini.
Ad integrazione della seconda parte dello spettacolo interviene un suggerimento surreale del grande autore teatrale Eugène Ionesco, molto vicino alla logica dell’infanzia, stimolo che ha prodotto l’idea del rapporto di Lisetta con il suo papà, invisibile al pubblico ma punto di riferimento sostanziale per la “piccola Lisetta”.
La contaminazione tra un’idea “adulta” (nonostante la dimensione surreale) e l’approccio infantile al tappeto della teatralità (nato dalla sperimentazione del percorso) è la cifra sulla quale si muove l’azione drammaturgica.
A rendere lo spazio di rappresentazione “magico”, sono anche gli oggetti in cartone colorato che, come per magia, compaiono dal tappeto lungo lo svolgimento dello spettacolo.
L’apporto artistico dello scenografo, concretizzato nella realizzazione di “libri tridimensionali” o “pop-up”, diviene così sostegno figurativo a rafforzamento dell’immaginario di Lisetta (e di tutti i bambini partecipanti).
“La storia di Lisetta”, proposto nell’ambito del circuito teatrale per ragazzi, è uno spettacolo da rappresentare all’interno di scuole e in luoghi riservati all’infanzia.
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